Apprendiamo con sconcerto dalla stampa che lo scorso sabato sera un manipolo di “fascisti del terzo millennio” di Casa Pound, reduci dal corteo goriziano in cui hanno festeggiato l’inizio di quel massacro che è stata la prima guerra mondiale, sono venuti a Monfalcone per proseguire i festeggiamenti con il loro passatempo preferito, la cinghiammatanza (nel quale si prendono a cinghiate l’un l’alto: contenti loro).
Un simile raduno ci sembra un intollerabile
affronto per una città dalla storia di Monfalcone: basti solo
considerare che si è tenuto nel rione di Panzano, dunque a
solo a qualche centinaio di metri dal monumento che ricorda
gli oltre 500 cantierini che hanno dato la vita nella lotta
partigiana per liberare le nostre terre dalla barbarie
nazi-fascista.
Ma quello che riteniamo ancora più grave è
apprendere che la sindaca Altran informata in anticipo della
nazi-festa ha ritenuto di dover mantenere riservata la
notizia, in quanto si trattava di una “festa privata”. Vorremo
ricordare che il ruolo del primo cittadino non si ferma alla
mera tecnica amministrativa, ma è anche quello della vigilanza
democratica nei confronti di chi fa dell’intolleranza la
propria bandiera politica. Di fronte a provocazioni come quella
di Casa Pound mettere la testa sotto la sabbia e sperare che
tutto fili liscio ci sembra un comportamento oltremodo
sbagliato: per nostra fortuna 60 anni fa i nostri nonni hanno
dimostrato ben altro coraggio e hanno preso la via dei
monti...
Monfalcone 27-05-2015
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